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Victoria’s Secret, la “Designer Collection”

VS Designer Collection

Victoria’s Secret è uno dei marchi di abbigliamento e di prodotti di bellezza più importanti d’America e del mondo e rappresenta il punto di riferimento per l’intimo femminile.
Un esempio è la “Designer Collection” di Victoria’s Secret; capi perfetti che si adattano perfettamente al corpo di questa modella bellissima.

Pochi secondi di video per far risaltare la bellezza e la perfezione di questo capo di intimo. Victoria’s Secret, il punto di riferimento per le creazioni di lingerie, in cui il marchio è specializzato.

La società fu fondata nel 1977 a San Francisco dall’imprenditore statunitense Roy Raymond e da sua moglie Gaye e il nome è stato scelto in riferimento alla Regina Vittoria.

Negli anni, i punti vendita si moltiplicano e nasce il sito dedicato dove è possibile acquistare online. Le sfilate diventano sempre più numerose, il marchio si afferma ed è richiesto a tutti gli eventi più importanti del mondo della moda. Le modelle sono donne splendide, altissime e dal fisico scultoreo, le cosiddette “Victoria’s Angels”, gli Angeli di Victoria: bellezze inverosimili del calibro di Adriana Lima.

Oltre alla tradizionale lingerie, Victoria’s Secret introduce linee di maglieria, profumi, pelletteria, prodotti di bellezza e make up, costumi da bagno, calzature, accessori, abbigliamento. Nel 2016, però, l’azienda decide di fermare la produzione delle ultime quattro linee, a causa di un sensibile calo nelle vendite delle stesse, che nel 2015 hanno prodotto una percentuale trascurabile del fatturato totale derivante da vendite.

Al di là dell’indiscutibile successo, l’azienda Victoria’s Secret non spicca certo positivamente per la sua linea etica.
Nel 2011, un’indagine del sito americano Bloomberg fa emergere come il tanto pubblicizzato ‘cotone biologico’ utilizzato sia in realtà il frutto di sfruttamento di lavoro minorile in Burkina Faso.

Come se questo non bastasse (e non è bastato, perché si è continuato a comprare reggiseni a prezzi spropositati finanziando lo sfruttamento di bambini), nel 2014 è stata lanciata una petizione contro la linea Body poiché sui manifesti, accanto allo slogan The perfect body, “il corpo perfetto”, comparivano modelle palesemente vicine all’anoressia.

Non è bastato neanche questo.

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