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Le 10 canzoni più belle di Fabrizio de Andrè

La ballata dell’amore cieco

Fabrizio De Andrè è stato un musicista e cantautore dal talento indiscusso. Quali sono le 10 canzoni più belle di Fabrizio De Andrè?Ecco quelle più famose.

Fabrizio De Andrè è stato uno dei più grandi cantautori italiani.

I testi delle sue canzoni sono considerate da tutti delle vere e proprie poesie, presenti anche nelle antologie di letteratura degli studenti italiani. Nato nel 1940 a Genova, il cantautore è morto nel 1999, dopo più di 30 anni d’attività.

Dal 1961 fino alla sua morte, De Andrè ha prodotto 13 album in studio, oltre a molti singoli e ad antologie. Le canzoni del cantautore trattano temi sociali e non, sono uno specchio della società dell’epoca e una finestra sulla sensibilità del cantante poeta Faber.

Negli anni i suoi testi si sono occupati dell’umanità ai margini, come ribelli, emarginati e prostitute, ma non solo. Anche casi di cronaca contemporanea sono stati fonte d’ispirazione per De Andrè. Chi non conosce l’opera dell’artista e vuole cominciare ad ascoltarlo, può farlo partendo da quelle più famose.

Ecco le 10 canzoni più belle di Fabrizio De Andrè, ultimo dei grandi poeti italiani.

Le poesie in musica di Fabrizio De Andrè

Anche chi non frequenta il cantautorato italiano conosce di sicuro Bocca di rosa. Prima fu pubblicata nel 1967 come singolo insieme a Via del Campo, sul Lato B dello stesso 45 giri.

Fu poi inserita anche nell’album Volume I dello stesso anno. La canzone racconta l’arrivo di una forestiera nel paesino di Sant’Ilario che sconvolge i paesani con i suoi costumi libertini. Di tutt’altro tono è la canzone Via del Campo, altro brano la cui fama precede quasi lo stesso De Andrè.

Lungo una delle vie del centro storico di Genova, via del Campo appunto, una giovane ragazza dagli occhi verdi si prostituisce. Questa amara istantanea di una giovane dalla vita difficile diventa il simbolo di chi, per vivere, è disposto a tutto.

La guerra è un altro dei temi più cari a De Andrè. Tra le 10 canzoni più belle di Fabrizio De Andrè non si può non annoverare La guerra di Piero. Tre anni dopo l’uscita l’uscita de La ballata dell’eroe, il cantautore scrive questa ballata sul dramma e la crudeltà della guerra. Una guerra che non risparmia chi, anche per un momento, prova pietà per il proprio nemico invece di sparare. Era il 1964 e per De Andrè il ricordo della guerra era ancora vivo grazie alla testimonianza dello zio, sopravvissuto ai campi di concentramento. Sempre nel 1964 il cantautore dà vita alla celeberrima La canzone di Marinella. Perdendo spunto da un fatto di cronaca nera, De Andrè compose una delle sue ballate più melanconiche. La notizia di cronaca racconta di una giovane di 16 anni costretta a prostituirsi e, dopo essere stata derubata, fu gettata nel fiume Tanaro. Ma De Andrè non si è limitato a dare voce ai più deboli.

L’ironia è la chiave di volta di molte canzoni di Faber. Tra le 10 canzoni più belle di Fabrizio De Andrè, Il Testamento, pubblicato per la prima volta nel 1963, scherza sulla morte svelando alcune ipocrisie. Un moribondo pensa a cosa lascerà in eredità a chi aspetta la sua morte, senza risparmiare nessuno. E ancora Il pescatore, Il Testamento di Tito, Don Raffaè a la Ballata dell’amore cieco…tutti brani che non possono lasciare indifferenti. Perché è grazie all’immortalità di queste canzoni e alla loro continua attualità se Fabrizio De Andrè sarà sempre uno dei più grandi cantautori italiani i tutti i tempi.

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