Attenzione: spoiler. Quante volte abbiamo visto questa dicitura in calce a recensioni di film, romanzi, serie televisive, graphic novel, opere teatrali, videogiochi e tutto quanto fa racconto? La pratica dello spoiler (dall’inglese to spoil: guastare, rovinare, sciupare, danneggiare) è antica come è antica la narrazione, anche orale. Quante volte ci è capitato di dire “Non raccontarmi il finale, mi rovini la sorpresa”? Lo spoiler è questo: raccontare l’epilogo, o comunque i risvolti salienti di una narrazione, soprattutto negli scritti di natura critico-ermeneutica (recensioni, saggi, ma anche semplici post su un blog o un social network). Insomma, si può affermare che lo spoiler esista prima ancora che la parola spoiler venisse coniata.
Raccontare la storia dello spoiler è un’impresa titanica. Possiamo affermare che l’internazionalizzazione del termine risalgono alla nascita dei primi newsgroup, blog e forum dedicati a cinema e TV: non a caso, ancora oggi, pur essendosi allargato a tutte le opere a carattere narrativo, il termine fa riferimento soprattutto alle opere audiovisive. Al termine, poi, vengono attribuite accezioni più o meno acute: c’è chi considera lo spoiler una semplice e tutto sommato innocua attenzione, e chi la ritiene uno “sgarbo” nei confronti del lettore.
A tal proposito, la netiquette dei fruitori di Internet si è via via negli anni raffinata. A oggi, è segno di “buona educazione” telematica avvisare il lettore all’inizio dell’articolo o del post (vedi dicitura all’inizio). È comunemente accettata anche la collocazione della dicitura nel mezzo dell’articolo, purché vengano demarcati chiaramente i confini di inizio e fine dello spoiler, ma viene in ogni caso considerato una metodologia troppo macchinosa. Il consiglio, in generale, è quello di evitare lo spoiler a prescindere. Tuttavia, lo spoiler non è eterno ma esiste in funzione di determinate finestre temporali: in poche parole, lo spoiler è tale fino a quando l’oggetto della sua azione è una novità, potenzialmente non ancora esperita dalla maggioranza dei fruitori. Ciò è evidente soprattutto nel caso delle serie televisive statunitensi, che spesso raggiungono gli appassionati prima della loro messa in onda ufficiale.
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