Uno dei giocattoli preferiti dagli amanti delle teorie del complotto: breve descrizione delle scie chimiche.
Secondo una delle più diffuse teorie del complotto, le cosiddette scie chimiche sono quelle stringhe di nuvole di colore bianco che si formano nell’atmosfera terrestre in seguito al passaggio di un aereo.
Per la scienza ufficiale, si tratta di ordinarie scie di condensazione, ovvero vapore acqueo che si forma e si raggruma in seguito al passaggio di aerei, mescolandosi a volte con gli scarichi degli stessi velivoli. I sostenitori del cospirazionismo sostengono invece che si tratti di sostanze chimiche allo stato gassoso – perlopiù silicio, bario e alluminio – disperse di proposito nell’atmosfera da enti paragovernativi o non meglio precisate forze occulte, con finalità tra le più disparate: dall’avvelenamento dell’atmosfera al controllo delle menti, passando per l’alterazione del clima a fini bellici.
Le prime teorie cospirative sulle scie chimiche apparvero nel 1996, a seguito della pubblicazione di un documento da parte dell’istituto universitario dell’aeronautica statunitense. In un passaggio male interpretato, si accennava all’intenzione di arrivare in pochi anni a controllare il clima, definito senza mezzi termini un force multiplier.
Negli anni a seguire, sono proliferate le conspiracy theories, che come in un romanzo di Dan Brown attribuivano, di volta in volta, al Vaticano, a Google o a qualche misteriosa società segreta la paternità di tali aspersioni chimiche mascherate. A suffragio di tali teorie, venivano spesso esibite prove malferme, statistiche parziali e facilmente confutabili o teorie mai prese seriamente in considerazione dalla comunità scientifica internazionale.
E malgrado una costante azione di debunking e numerose confutazioni da parte della comunità scientifica, una recente ricerca condotta negli Stati Uniti ha dimostrato che ancora oggi il 17% della popolazione americana è convinta che dietro alle scie chimiche si nasconda una qualche congiura ai danni dell’umanità ordita “dall’alto”.
Ipotesi di complotto che riguardano tale fenomeno sono state oggetto di interrogazioni parlamentari in almeno una dozzina di paesi compresa l’Italia, e anche presso l’Unione Europea.